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Consulta i nostri approfondimenti sulla formulazione, i consigli d'utilizzo e le curiosità più comuni sulla perdita dei capelli.

1. CAREXIDIL E MINOXIDIL

FAQ approfondimenti

Si

Carexidil, a base di Minoxidil, agisce sui follicoli in fase terminale e intermedia, cioè non del tutto miniaturizzati. Il farmaco induce un ispessimento dei follicoli piliferi.

No

Chiedi sempre consiglio al tuo specialista per un consiglio personalizzato.

No

Carexidil non è mutageno, carcinogeno o teratogeno.

No

La costanza di applicazione durante il trattamento è fondamentale e può essere necessario attendere circa 3-4 mesi prima che siano evidenti i segni di ricrescita del capello.

No

L'eccessivo riscaldamento può compromettere il corretto assorbimento della soluzione.

No

Le radiazioni UV non compromettono l’azione del farmaco, anche se si consiglia sempre la protezione del capo con cappelli o fasce o protezioni solari appositamente formulate (formulazioni topiche o orali) per evitare ustioni, telogen effluvium autunnali nelle aree diradate del cuoio capelluto maggiormente esposte al sole.

No

Le radiazioni UV non compromettono l’azione del farmaco.

Si

Gli effetti di Carexidil sono evidenti dopo 3-4 mesi di cura e aumentano progressivamente.

No

L'azione del trattamento è strettamente legata all'applicazione continuativa del prodotto.

2. CADUTA CAPELLI

FAQ Curiosità

Si

Un'alimentazione sana e completa, che include frutta e vegetali apporta amminoacidi, vitamine e minerali al follicolo pilifero, garantendone una normale attività di produzione del capello.

Si

Il fusto del capello è costituito da proteine, in particolare delle cosiddette cheratine dure, ricche di zolfo. Gli amminoacidi e i minerali importanti per una corretta produzione delle cheratine sono presenti in molti cibi, come ad esempio nei cereali integrali, nei legumi, nella frutta e nella verdura, nel pesce e nelle uova.

Si

L’azione infiammatoria e vasocostrittrice della nicotina aumenta la produzione di radicali liberi, diminuisce l’ossigenazione e l’apporto di sostanze nutrienti al follicolo pilifero.

No

Soprattutto nei casi in cui la produzione di sebo è evidente, si consiglia di lavarli spesso (a giorni alterni o ogni giorno) e utilizzare un detergente delicato. L’accumulo di sebo rende i capelli grassi e unti, e può portare a modifiche della flora microbica del cuoio capelluto con comparsa di dermatite seborroica (forfora).

No

L’alopecia androgenetica in particolare ha origini genetiche, ma i fattori che causano la perdita progressiva dei capelli possono essere anche di origine immunologica, nutrizionale, infiammatoria, farmacologica.

Si

L’alopecia androgenetica è la più comune malattia dei capelli sia nel maschio sia nella femmina. Consiste nella miniaturizzazione progressiva, ovvero nel rimpicciolimento, dei follicoli piliferi delle aree centrali e anteriori del capo, con una graduale riduzione del diametro e della lunghezza dei capelli.

Si

Uno dei più accreditati è la Scala di Hamilton-Norwood che classifica i vari stadi dell’alopecia androgenetica maschile in una scala da 1 (condizione di perfetta normalità senza nessun segno evidente di calvizie) a 7 (lo stadio più grave per cui anche parte della corona viene intaccata e ridotta a una striscia sottile).

Si

- La fase Anagen consiste nel periodo in cui il capello si forma e si allunga. Il capello riceve il massimo dell’ossigenazione e del nutrimento.
- Catagen è la fase del progressivo calo delle funzioni vitali dei capelli caratterizzata dalla diminuzione progressiva dell’ossigenazione e dell’apporto di sostanze nutritive al bulbo.
- Telogen è la fase di riposo del capello che va mediamente dai 2 ai 4 mesi. In questo periodo il follicolo pilifero riprende pian piano un nuovo ciclo di produzione del capello, anche se il “vecchio” capello, che non cresce più, è ancora ancorato al suo interno. Il “vecchio” capello in questa fase resta posizionato nel follicolo fino a che non viene spinto fuori da un capello in fase Anagen.

No

I capelli nello stesso momento vivono fasi diverse in diverse zone della testa, nello stesso tempo alcuni sono in fase Telogen (10-15%), altri in Catagen (1-2%), altri in Anagen (80-85%).

No

Le cause del prurito in testa possono essere moltissime; la più comune è la forfora, ovvero la desquamazione del cuoio capelluto, ma il prurito può essere causato anche da infezioni, reazioni allergiche e varie forme di dermatite.

Si

Gli uomini sono più soggetti allo sviluppo di alopecia androgenetica a causa dei loro livelli più elevati di ormoni androgeni. Più precisamente, nelle aree di cuoio capelluto affette da calvizie c’è una eccessiva attività di un enzima, la 5-alfa reduttasi di tipo II, che converte il testosterone in diidrotestosterone (DHT). Il DHT ha un effetto negativo sui follicoli piliferi del cuoio capelluto, in quanto ne accorcia la durata della fase di crescita e ne riduce il diametro.

Si

La sindrome dell’ovaio policistico è una patologia causata da squilibrio ormonale che si può manifestare nelle persone geneticamente predisposte, si può manifestare anche con un diradamento dei capelli nella zona centrale della testa.

No

Portare caschi o cappelli non danneggia i capelli e non li soffoca.

No

È una credenza diffusa, ma falsa. I capelli bianchi sono l’effetto di un naturale processo di invecchiamento del capello che perde il pigmento originario.

No

Tagliare i capelli può dare alla chioma un aspetto più sano in quanto vengono eliminate le doppie punte, ma non influisce sul ciclo di vita del follicolo che si trova sulla cute.